Il livello dei salari in Romania è davvero molto basso rispetto al resto d'Europa, e le statistiche di Eurostat ci dicono che nella classifica europea delle retribuzioni, la Romania è penultima, nonostante ci sia stato pochi mesi fa un aumento del salario minimo legale. E'molto importante per gli imprenditori approfondire questi aspetti, perchè oltre alle tasse, il livello effettivo della tassazione deggli stipendi in Romania è l'altro fattore che può incidere in modo decisivo sullo sviluppo di un'azienda di successo!
Il costo orario del lavoro in Romania è di circa 5 Euro / ora, che rappresenta 1/5 della media UE nel 2015, il cui livello retributivo è di circa 25 euro all'ora. Dal 1° Gennaio 2017, con il decreto legge N° 1/2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 gennaio 2017, il tetto minimo salariale è stato aumentato a 322 Euro lordi al mese. Quindi, a partire dallo scorso febbraio questo sarà il livello minimo di retribuzione in Romania. Erogare uno stipendio inferiore ai minimi salariali stabiliti per legge determinerà l'applicazione di sanzioni economiche a carico dell'impresa.
Il costo orario del lavoro in Romania può variare nei diversi settori di attività, ma in ogni caso esso rimane ben sotto la media UE. Il tetto salariale più elevato in Romania, nel 2015, è stato registrato nel settore minerario (11 euro l'ora); a seguire abbiamo le retribuzioni nelle attività finanziarie e assicurative (10,7 euro l'ora) e le attività di informazione (10 , 7 euro l'ora). Scendendo di livello, troviamo il segmento delle costruzioni (3,6 euro all'ora), quello della ricettività e della ristorazione (2,8 euro all'ora), quello dell'intrattenimento e della ricreazione (3,6 euro all'ora) e le attività amministrative e di servizi di supporto (3,6 euro all'ora)...
La tassazione degli stipendi in Romania è stata rivista con l'ultimo decreto fiscale, entrato in vigore dal 1° Gennaio 2018. Il nuovo sistema di tassazione sugli stipendi rivede in modo sostanziale (ed assolutamente a favore dell'imprenditore!) la precedente ripartizione degli oneri fra il datore di lavoro ed il dipendente, mantenendo sempre fermo il meccanismo della ritenuta alla fonte.